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GIOVEDI, ALLE ORE 16,30, GASSID MOHAMMED SARA’ ALLA BIBLIOTECA COMUNALE DI FORLI PER PRESENTARE IL SUO LIBRO “LA VITA NON E’ UNA FOSSA COMUNE”

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BIBLIOTECA “A. SAFFI”                                            COMUNE DI FORLI

       

     CENTRO CULTURALE L’ORTICA

Presentano

L’incontro in Biblioteca “A. Saffi” Forlì

GIOVEDI, 26 APRILE 2018, alle ore 16,30

“PARTENDO DA FORLI ATTRAVERSANDO IL MEDITERRANEO”

Presentazione del libro

LA VITA NON E’ UNA FOSSA COMUNE

Di

GASSID MOHAMMED HOSSEIN HOSEINI

Con il coordinamento di LUCA CENACCHI

L’autore dialogherà con l’editore GIANFRANCO FABBRI

RITA PACILIO SI SOFFERMA SUL LIBRO DI ANNA MARIA CURCI, “NUOVE NOMENCLATURE E ALTRE POESIE”.

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Rita Pacilio legge

Nuove nomenclature e altre poesie

di Anna Maria Curci

 (L’arcolaio 2015)

Recensione pubblicata nel blog Parola poesia

 

Il libro Nuove nomenclature e altre poesie di Anna Maria Curci (L’arcolaio, 2015) non lascia sfuggire la lezione dell’autrice sul linguaggio usando un tono di voce che stupisce il lettore, perché comporta due modalità di comunicazione che, spesso, è difficile controllare simultaneamente. Infatti, l’autrice, padrona della parola poetica, è molto attenta a soffermarsi sulla formulazione della forma estetica ed è abile maestra del contenuto etico al fine di offrire pagine che rivelino autentici sentimenti applicabili alla ricerca della verità e alla decodificazione della realtà. Luoghi, convenzioni, tempo, aspetti generali della quotidianità, oggetti, sono requisiti utili per fornire ulteriori informazioni al significante passando in rassegna dettagli e contrappunti alle regole.

Se le parti del libro (sei sezioni: Nuove nomenclatureStaffettaSettenari sparsiDodici distici del disincantoDistici del doposcuola e Canti del silenzio) registrano osservazioni che alle cose e ai gesti corrispondono interpretazioni di scene sensoriali e, a volte, ironiche, è anche vero che sono facilmente individuabili i risvolti contraddittori appartenenti alla contemporaneità. Quindi, è importante cogliere il ricordo e la memoria in maniera trasparente e audace come canali comunicativi rivelatori della storia. Una studiosa come la Curci, pertanto, non tralascia la significatività degli indizi storici e letterari, soprattutto tedeschi, per progettare una vita morale soddisfacente grazie allo smascheramento degli inganni che, forse e inconsciamente, contaminano l’intelligenza sociale. Tutto questo componendo analogie creative e utilizzando metrica e ritmo: quartine, settenari, ottonari, rime alternate o nascoste, distici,  sonetti, endecasillabi, doppi settenari. Una combinazione che potrebbe appassionare chi è interessato allo studio scientifico della creatività.

Rita Pacilio 

 

E’ USCITO IL SECONDO LIBRO DI BIAGIO CEPOLLARO, “AL CENTRO DELL’INVERNO”, TERZO VOLUME DI UNA TRIADE INIZIATA NEL 2012.

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prototipo di chiloffa

 

Il secondo appuntamento de L’arcolaio con Biagio Cepollare è rappresentato da questo suo libro, intitolato “Al centro dell’inverno”. Un viaggio che si conclude con l’evocazione del “corpo” e che conclude un ciclo composto da “Le qualità” (La camera verde, Roma, 2012), “La curva del giorno” (2014) e “Al centro dell’invern0 (2018) entrambe da noi pubblicate.

Copiamo, qui di sotto, la poesia scelta per la quarta di copertina, e vi invitiamo a riflettere su tutti i tre libri di questa trilogia che rimarrà nella memoooria futura dei tempi che verranno.

 

+++

il corpo non sa se o da dove si avvisterà

il primo tratto della speranza: l’Occidente

avvitato su se stesso inizia la sua implosione

dividendosi all’interno. la forma che nel tempo

si è data per lo scambio ha portato l’intera

specie all’estinzione. ma invece di frenare

sull’orlo del precipizio sembra accelerare.

 

IL 18 APRILE PROSSIMO, A FORLI’, NELLA PRESTIGIOSA SEDE DELLA FONDAZIONE CARISP CITTADINA, ROSANNA RICCI PRESENTERA’ L’ULTIMO LIBRO DI DANIELE CASADEI: “S-CEN”.

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GLI APPUNTAMENTI CULTURALI ORGANIZZATI DALLA

FONDAZIONE DELLA CASSA DEI RISPARMI DI FORLI’

**

IL 18 APRILE P.V., PER LA SERIE DI EVENTI INTITOLATA

INCONTRI A PALAZZO”,

IN CORSO G. GARIBALDI 37, PALAZZO MONTE DI PIETA’, FORLI,

ALLE ORE 17,

PRESENTAZIONE DEL LIBRO

s-cén”

di DANIELE CASADEI

Introdurrà l’editore GIANFRANCO FABBRI

Dialogherà con l’autore la giornalista ROSANNA RICCI

INGRESSO LIBERO

LA CITTADINANZA E’ INVITATA

 

 

E’ USCITO IL NUOVO LIBRO DI MAURIZIO BACCHILEGA, “TORNARE A PENSARE”, NELLA COLLANA “CODICI DEL ‘900”

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DALLA PREFAZIONE DI SOFIA NANNINI

 

L’emergenza, la gioia, la notte; ovvero il reale, il difficile, il silenzio – di questo narrano le poesie di Maurizio Bacchilega, che dopo otto anni dalla sua prima opera (Paesaggi del mondo e dell’anima, L’arcolaio, 2010), sceglie di «tornare a pensare» at- traverso l’inchiostro. Bacchilega torna quindi a scrivere poesie, o meglio: torna a raccoglierle, catalogarle, darne un senso. Non ha mai interrotto lo scrivere, infatti, questo silenzioso poeta del quotidiano, e dalle sue poesie si può tracciare una narrazione degli eventi e dei pensieri sull’ordinario (o su quello che Georges Perec chiamava «infraordinario», che spesso è proprio lo straordinario), in grado di abbracciare un arco temporale di numerosi anni.

La catalogazione dei versi è netta e trasparente: riflette la «chiarezza» e la «semplicità» leopardiane che Bacchilega stesso ricerca:

(…)

La notte è la parentesi in cui gli oggetti si animano e «un tavolo / con sei sedie intorno / aspetta che arrivino le persone». Nelle poesie di Bacchilega, un ruolo speciale è riservato agli oggetti (quasi objets à réaction poétique, come direbbe Le Corbusier): parlano diversamente dagli uomini e dicono meglio, dicono sincero e cristallino; tranne la tele-visione, «oppio» troppo rumoroso, che «ha preso il posto di mille racconti» e che dovremmo avere il coraggio di spegnere. Tuttavia, anche se la televisione è spenta e la notte silenziosa, non è uno scrivere solitario quello del poeta, poiché le sue pagine sono intrise di letture e ideali corrispondenze con chi ha narrato prima di noi. Come poesie a sé stanti, la raccolta è un arcipelago di gentili dediche e precise citazioni, per dimostrare che Dostoevskij, Musil, Kafka, Caproni, Pasolini (e tanti altri) raccontano verità più vere della cronaca del telegiornale.

(SEGUE)

 

ALCUNI TESTI:

 

Verso nuove schiavitù

 

Operai, come cani alla catena

di montaggio:

dovete solo ringraziare

di lavorare ancora

(anestetizzati di TV)

e soprattutto stare in silenzio,

che in Serbia lavorano per la metà,

in Romania prendono ancor meno

in Cina dieci volte meno

in Bangladesh quasi nulla.

 

Imprenditori globali di noi stessi

ciechi come il PIL corriamo

verso nuove schiavitù.

 

Torniamo, progredendo,

indietro di secoli

pensando sia l’unico

percorso possibile.

 

Moriremo di profitti.

 

***

                                                                         Siamo troppo attaccati alla nostra vita
                                                                         e troppo poco attaccati
                                                                        alla nostra dignità.
                                                                        Gherardo Colombo

 

La distinzione tra pubblico e privato

questa sciagura

questo baco che abbiamo nella testa

ci distruggerà

se non avremo la forza di abbatterla,

di cambiare pensiero.

 

***

Non si placa, quel cane.

Abbaia senza sosta nella notte

dice la sua inquietudine

senza motivo

disturba forse

ma non certo me,

che gli sono vicino,

nel silenzio, in lontananza

che una comune angoscia ci tiene svegli

e ci tormenta

e si scioglie adesso in queste parole

che nel buio incontrollate sgorgano,

come quel suo abbaiare.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

UN NUOVO ROMANZO PER LA COLLANA “PROSE”: “UNA STAGIONE IN NIGERIA”, DI STEFANO ZANOLI.

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Una storia di migrazione, inseguendo il miraggio di un lavoro, la “discesa agli inferi” in un luogo sconosciuto: irrompono nelle pagine fotogrammi di miseria, malattia, disperazione, persino abiezione e “riverbero di denti bianchi nei volti dalla pelle scura”. Questo non è tuttavia il viaggio a cui ci abituano le cronache quotidiane, è un viaggio alla rovescia, in un mondo alla rovescia, dove l’“altro” è un bianco che precipita nel cuore profondo dell’Africa. Lo stile, talora original-mente stravolto e sospeso tra gerundio ed infinito, esprime lo choc spazio-temporale del protagonista; l’impasto linguistico, abbracciando la sonorità italiana e il pidgin-inglese, suscita e svela l’orrore della mancata “promessa” culturale e coloniale di Conradiana memoria.

Editoriale di Enza Valpiani