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MANRICO ZOLI RIFLETTE SU “PAPEZ” DI CLAUDIO PAGELLI

La plaquette Papezsi presenta in una veste grafica molto degna e questa mia considerazione di partenza, che potrebbe sembrare secondaria, ha invece una sua importante valenza ai fini della diffusione della silloge, così come molto incide sulla psicologia del lettore anche il prestigio dell’editore. Purtroppo le cose da noi vanno così anche se è dato per scontato che dovrebbero essere soprattutto i contenuti e non l’involucro a prevalere nettamente sulle scelte dei lettori ma, ahinoi,  non viviamo in una società educata letterariamente  e soprattutto in grado di dare alla poesia il suo giusto valore.

Ma entriamo in medias res e parliamo di questo “Papez”.

Non mi pare corretto tralasciare l’introduzione  redatta da Andrea Tarabbia che mi è sembrata molto esauriente e ben argomentata e mi ha aiutato a definire alcune questioni di carattere teorizzante sulle quali concordo pienamente (le considerazioni sulla poesia in generale, il termine “narrazione” nella accezione ultima data dalla linguistica e quindi attribuibile  anche alla poesia, la forte presenza dell’io narrante , l’accenno alle varie sezioni, l’accusa contro quei poeti che leggono solo se stessi ed infine  una scuola che non insegna a “leggere” ma ne fornisce solo, quando lo fa, le tecniche e soprattutto non avvicina alla poesia)  

Sebbene sia divenuto quasi prefatore di professione mi sto battendo affinché tutte le prefazioni si trasformino in  posfazioni al fine di convincere i lettori che le opere vanno lette senza alcun intermediario iniziale e , solo dopo , essendo naturale il desiderio di confrontare il nostro giudizio con quello  altrui , passare alla lettura dei possibili commenti redatti dall’autore stesso o da critici e commentatori.

Ma veniamo finalmente a parlare dello stile, della poetica o meglio delle composizioni

che, come tutte le precedenti, (anche se ho notato una inevitabile in quanto legata ai tempi e quindi giovevole  evoluzione  formale e contenutistica) , riconfermano quelle caratteristiche positive  che delineano la personalità versificatoria dell’autore. 

La silloge globalmente testimonia in modo abbastanza  crudo la nostra epoca con i suoi molti lati negativi  che spaziano da debolezze  perdonabili in quanto quasi connaturate nel nostro popolo e cultura sino  alla metastasi più rovinosa e forse irreversibile, occorre precisare che, e questo  la contraddistingue da molti altre e troppe raccolte poetiche –  le composizioni vanno oltre la mera documentazione sociologica in quanto ritengo , e spero di essere buon profeta, sanno superare la congiuntura storica e sebbene mettano bene in luce, quasi chirurgicamente, le mode effimere, le cialtronerie, i tic, le aberrazioni , le oscenità che  contraddistinguono la nostra contemporaneità, possiedono quel quid essenziale in poesia che è la valenza estetica , virtù che ha il potere di togliere qualsiasi etichetta temporale al transeunte ed elevarlo a modello paradigmatico , a calco … da qui il pregio dei versi che risultano indenni (e in questo caso mi rifaccio anche alle opere precedenti di Pagelli, risalenti ad alcuni anni fa)  dai successivi ed inevitabili mutamenti storico-sociologici e spesso anche dalle oscillazioni del gusto.

L’ansia nevrotica del buon padre di famiglia, che si illude di rendere perfetto il suo quadro familiare che in realtà fa acqua da tutte le parti e prelude ad un prossimo naufragio, non scomparirà di sicuro mentre la  Canon sarà probabilmente sostitutita da altre tecnologie  (Foto ricordo) e così il personaggio emblematico del venditore (La volpe) e (Flash)  che mi hanno  ricordato, e questo va a  merito dell’ Autore, la crudeltà della commedia di Mamet che conquistò il Pulitzer trent’anni fa e da cui venne tratto il film “Americani”  di James Foley di vent’anni fa , opere entrambe  attuali, come attuale ritengo sarà la  poesia di “Papez” tra vent’anni in quanto tratta  sì di venditori, ma non in modo tecnicistico o prolisso bensì attraverso l’efficacia icastica di pochi versi  in grado di scavare nella psiche più profonda e di metter in luce realtà  ipogee  che   vanno al di là della semplice elencazione dei sette vizi capitali o dei dieci comandamenti, (vere e proprie liste della spesa , che fortunatamente non potranno mai sostituire la suprema esteticità della tragedia greca e di tutte le altre opere artistiche , in primis la poesia,  che hanno nobilitato a livello estetico , ben inteso, anche la mostruosità dell’animo umano)

E poi il giovane traduttore, sfruttato e in preda ad una crisi di stima (tempi moderni) la patologia della vita d’ufficio (Come gladiatori o Il ficus)  dove viene mostrata una gabbia di rapaci pronti a sbranare ed artigliare i più deboli e poi, a proposito di rapaci, la poesia sul calcio dove non a  caso viene ricordato Ibra, campione dagli arti inferiori artiglianti e dal volto grifagno  che, quando trafigge il portiere avversario, mostra ai tifosi un ghigno perturbante tale da  scatenare  il sadismo della folla dell’arena.

Ne “la distrazione” ho apprezzato l’ aspirazione , immaginando Pagelli cantore di tutti i giovani travolti dal cinismo attuale, verso un mondo poetico perduto ma forse recuperabile grazie anche alla magia di una  versificazione che riporta alla mente atmosfere chagalliane.

Vorrei chiudere questo mio commento con un nuovo breve accenno ai contenuti che, partendo da un’acuta analisi psico-sociologica vanno oltre e danno alle poesie quella nota più elevata e profonda che attinge alle problematiche filosofiche di Kierkegaard e Heidegger,  soprattutto se ci riferiamo  a quell’angoscia esistenziale che attanaglia gli umani ed il più delle volte non trova risposta se non nella poesia.

Ed infine  volgendo lo sguardo allo stile, che ormai può definirsi personale in quanto dall’intera silloge si ricava un insieme strutturale omogeneo a trama lenticolare in cui forme sintattiche, schemi semantici , effetti ritmici e fonici si inseguono, si congiungomo e spesso si intersecano creando rimandi , spirali e strutture che, sebbene non sempre percepibili da parte del lettore, producono un intenso piacere estetico.

 

                                                                                                                           Manrico Zoli

   .

 .

1 commento (+add yours?)

  1. gianfri
    Gen 27, 2012 @ 01:26:07

    mica male questo blog.

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