Rita Pacilio legge

Nuove nomenclature e altre poesie

di Anna Maria Curci

 (L’arcolaio 2015)

Recensione pubblicata nel blog Parola poesia

 

Il libro Nuove nomenclature e altre poesie di Anna Maria Curci (L’arcolaio, 2015) non lascia sfuggire la lezione dell’autrice sul linguaggio usando un tono di voce che stupisce il lettore, perché comporta due modalità di comunicazione che, spesso, è difficile controllare simultaneamente. Infatti, l’autrice, padrona della parola poetica, è molto attenta a soffermarsi sulla formulazione della forma estetica ed è abile maestra del contenuto etico al fine di offrire pagine che rivelino autentici sentimenti applicabili alla ricerca della verità e alla decodificazione della realtà. Luoghi, convenzioni, tempo, aspetti generali della quotidianità, oggetti, sono requisiti utili per fornire ulteriori informazioni al significante passando in rassegna dettagli e contrappunti alle regole.

Se le parti del libro (sei sezioni: Nuove nomenclatureStaffettaSettenari sparsiDodici distici del disincantoDistici del doposcuola e Canti del silenzio) registrano osservazioni che alle cose e ai gesti corrispondono interpretazioni di scene sensoriali e, a volte, ironiche, è anche vero che sono facilmente individuabili i risvolti contraddittori appartenenti alla contemporaneità. Quindi, è importante cogliere il ricordo e la memoria in maniera trasparente e audace come canali comunicativi rivelatori della storia. Una studiosa come la Curci, pertanto, non tralascia la significatività degli indizi storici e letterari, soprattutto tedeschi, per progettare una vita morale soddisfacente grazie allo smascheramento degli inganni che, forse e inconsciamente, contaminano l’intelligenza sociale. Tutto questo componendo analogie creative e utilizzando metrica e ritmo: quartine, settenari, ottonari, rime alternate o nascoste, distici,  sonetti, endecasillabi, doppi settenari. Una combinazione che potrebbe appassionare chi è interessato allo studio scientifico della creatività.

Rita Pacilio