E’ UN ONORE PER NOI DE L’ARCOLAIO OSPITARE QUESTO ECCEZIONALE LIBRO, FRUTTO DI UN COMPLICATO PROGRAMMA DI TRADUZIONI A INCROCIO. NON SOLO POTRETE LEGGERE LA TRADUZIONE DAL RUSSO AL TEDESCO, A CURA DEL VALENTE PAUL CELAN, MA AVRETE L’OCCASIONE DI GUSTARE ANCHE LA TRADUZIONE DAL TEDESCO ALL’ITALIANO, A CURA DELL’ECCELLENTE DARIO BORSO.

UN LIBRO DA NON PERDERE!

 

RIPORTIAMO QUI SOTTO LA PARTE INIZIALE DELL’INTERESSANTE SAGGIO DI BORSO, CHE DA’ LA STURA AL VOLUME.

BUONA LETTURA!

 

DALL’INTRODUZIONE DI DARIO BORSO:

Introduzione

I

Tra vino e smarrimento,
nel declivio di entrambi:
Paul Celan

 

  1. Nell’agosto 1910 Aleksandr Blok contribuì a un numero monografico del mensile simbolista «Apollon» con La situazione attuale del simbolismo russo, un breve saggio dove egli, pre- messo che darà testimonianza solo di se stesso, struttura il percorso compiuto in due fasi: tesi e antitesi.

La prima è quella del poeta-teurgo che «permane dentro l’azzurrità dello sguardo radioso di Uno: questo sguardo, come una spada, trafigge tutti i mondi». Questa fase coincide con la prima raccolta blokiana centrata sui Versi della bellissima dama (1904), il cui subitaneo «trionfo» provoca per contrappasso «un certo intervento estraneo» che noi sappiamo essere stato duplice: privato (rottura con la moglie ispiratrice dei Versi) e pubblico (fallimento della rivoluzione russa del 1905).

Da qui il «passaggio dalla tesi all’antitesi», poiché ora «la lama della spada radiosa si offusca e non è più sentita nel cuore. I mondi prima trafitti dalla sua luce dorata perdono la loro sfumatura purpurea; come una diga infranta, irrompe una penombra cosmica fra il blu e il violaceo […]. La vita è divenuta arte, ho pronunciato gli scongiuri, e davanti a me è sorto infine ciò che definisco la sconosciuta», che poi è il titolo del poema centrale della seconda raccolta (1907). E «come qualcosa si è rotto dentro di noi, così si è rotto anche in Russia. […] Abbiamo vissuto la follia di altri mondi, esigendo troppo presto il prodigio; altrettanto è toccato, d’altronde, anche all’ani- ma popolare: ha chiesto il prodigio prima del tempo stabilito, e i mondi viola della rivoluzione l’hanno incenerita».

Blok parte quindi alla «ricerca della spada d’oro smarrita che dovrà trafiggere nuovamente il caos, organizzare e placare i mondi viola in tempesta». I primi risultati provvisori sono il poemetto epico Sul campo di battaglia di Kulikovo (1908), che celebra la resistenza del popolo russo all’invasione mongola, e la conferenza Popolo e intelligencija (1909), dove l’isolamento degli intellettuali dalle masse contadine è visto come causa principale della recente sconfitta. Ma la sintesi è ancora solo a venire, sicché Blok deve concludere: «la strada che conduce al- l’impresa richiesta dalla nostra missione è innanzitutto quella dell’apprendistato, dell’approfondimento interiore, della perspicacia dello sguardo e della dieta spirituale»[1].

[1] G. Kraiski, Le poetiche russe del Novecento: dal simbolismo alla poesia proletaria, Laterza, Bari 1968, pp. 33-43; sul contesto, cfr. A. Pyman, A History of Russian Symbolism, Cambridge University Press, Cambridge 1994.

L’INIZIO DEL POEMA:

– Погибла Россия!

Должно быть, писатель –

Вития…

 

А вон и долгополый –

Сторонкой – за сугроб…

Чтó нынче невеселый,

Товарищ поп?

 

Помнишь, как бывало

Брюхом шел вперед,

И крестом сияло

Брюхо на народ?

 

Вон барыня в каракуле

К другой подвернулась:

– Ужь мы плакали, плакали…

Поскользнулась

И – бац – растянулась!

 

Ай, ай!

Тяни, подымай!

 

– È morta la Russia! / Sarà uno scrittore, forse – / Un oratore… // E quell’altro dalla lunga tonaca – / In disparte, dietro il cumulo di neve… / Come mai non sei allegro oggi, / Compagno pope? // Ti ricordi com’era? / Camminando, la pancia ti precedeva / E con la croce splendente sulla pancia / Abbagliavi il popolo. // Ecco una signora in karakul / Si gira verso un’altra: / – Quanto già abbiamo pianto, pianto… / Sdrucciola / E – pamfete – giù lunga distesa! // Ahi, ahi! / Tirala su, sollevala! //

*

– Russia tradita, tradimento!

Probabilmente un letterato…

 

E là! la tonaca svolazza –

là, dov’è appena sgusciato!

Perché così allibito

oggi, compagno pope?

 

Ricordi i bei tempi?

Sporgevi avanti il buzzo,

e da sopra il buzzo

ci illuminava la croce…

 

Dame. Giungono goffe.

Che dice l’astrakan?

– Ah il soffrire, il gran soffrire…

Patapàn! – così, lunga distesa…

 

Presto, corri,

tirala su!

 

– Verrat an Rußland, Verrat! / Vermutlich ein Literat… // Und da! Die Schöße flattern – / Da, da, wo’s grade stob! / Warum heut so verdattert, / Genosse Pop? // Weißt noch, wie’s gewesen? / Schobst den Bauch heran, / Und von Baucheshöhe / Leuchtets Kreuz uns an… // Damen. Kommen angestelzt. / Was spricht der Persianerpelz? / – Ach, das Leid, das viele Leid… / Rutsch! – So lang, so breit… // Los, lauf, / Hebse
auf! //