Il poeta calabrese Carlo Cipparrone celebrato con un’edizione postuma delle sue ultime opere

di Paweł Krupka

   Carlo Cipparrone, poeta e critico letterario di Cosenza, è appartenuto agli scrittori italiani che hanno omaggiato la letteratura polacca. Di sua iniziativa è nata, vent’anni fa, la rivista «Capoverso», dedicata unicamente alla poesia. Su essa venivano pubblicate regolarmente traduzioni di opere di poeti polacchi ed interventi sulla poesia polacca contemporanea. Nel 2006 creò la collana “Prisma antologie” nella quale presentava la poesia europea odierna. I primi a comparirvi furono gli spagnoli, ma li seguirono subito dopo i polacchi, poi francesi e greci. L’antologia Scalzi ma con gli speroni, pubblicata nel 2007, conteneva opere di dodici poeti polacchi in rappresentanza di tutte le regioni e generazioni.

   Purtroppo, malgrado l’impegno preso con la Polonia, Cipparrone non è riuscito mai a visitarla. Doveva partecipare, nel 2006, all’Autunno Poetico di Varsavia. In quell’occasione, la casa editrice Heliodor pubblicò, nell’ambito della collana bilingue italo-polacca, la sua raccolta Il tempo successivo, contenente quattro lunghi componimenti d’indole epica e riflessiva. Vari impegni impedirono il viaggio e un’altra opportunità non si è presentata. Delle singole poesie di Cipparrone furono pubblicate, successivamente, sulle riviste polacche. Ciononostante il poeta non ha avuto, in Polonia, la notorietà che meritava in sé e per la promozione della poesia polacca in Italia. Se ne è andato dopo una lunga e pesante malattia nell’ottobre 2018 all’età di 84 anni. Geometra di professione, si è potuto dedicato alla letteratura, la sua passione sin dall’età giovane, solo in pensione. Fu un curatore, redattore, promotore culturale e critico molto attivo. Nell’ambito letterario era particolarmente stimato per il rigore, la precisione e la tutela dell’alta qualità editoriale di tutte le pubblicazione sui libri e sulle riviste.

   Qualche mese fa, nel terzo anniversario della scomparsa, presso le edizioni L’Arcolaio è apparsa la raccolta di poesie inedite Crocevia del futuro. La cura dell’edizione è di Saverio Bafaro, psicologo, psicoterapeuta, poeta e critico letterario,  anche lui, negli anni, redattore di Capoverso. Bafaro accompagna l’edizione con un’ampia premessa in cui, oltre ai valori letterari dell’opera, presenta le qualità personali dell’autore che, nonostante “l’incompatibilità” con le tendenze della società poetica attuale, si è conquistato un posto degno e duraturo nella letteratura italiana. Silenzioso, puntiglioso nel lavoro, particolarmente onesto dal punto di vista morale ed intellettuale, ha costituito sempre un esempio da seguire per i colleghi giovani. Grazie a queste qualità e metodi lavorativi, tanto Capoverso, quanto le collane di libri della casa editrice Orizzonti Meridionali hanno mantenuto, per anni, il tradizionale rispetto per la parola e per il pensiero, nonché la solida qualità editoriale, conquistando un marchio di qualità dalla Sicilia alle Alpi.

   Il libro contiene poesie brevi e brevissime, raccolte in quattro cicli: Io e gli altri, Pensieri di caccia e di pesca, Quotidianità e Altre poesie. Questi componimenti, alcuni scritti negli ultimi anni della vita, si differenziano molto dall’opera precedente di Carlo, caratterizzata da componimenti lunghi e cicli di carattere lirico-epico con accentuata presenza di storie narrate. In Crocevia del futuro Cipparrone appare come impressionista e filosofo, muovendosi ai confini dell’aforisma. Questo volto diverso del poeta post mortem, conosciuto ora dai lettori, completa l’immagine di questo fine gentiluomo delle lettere. Nella memoria dei colleghi scrittori Carlo Cipparrone resterà proprio così, elegante di vecchio stile, nella costante ricerca di proteggere la poesia dalla contaminazione dell’ambiente, sempre più volgare. Qui sotto presento alcuni brani scelti dalla raccolta – omaggio all’emerito autore e promotore.

Questa sola felicità

Come misteriosa conchiglia che in sé racchiude

l’immensità del mare in risonanze d’onde,

ho costruito un guscio al mio dolore.

Ho saputo inventarmi questa sola felicità.

***

Umiltà

Preferendo andare a piedi

usai poco le ali,

che divennero un peso.

***

Altro è il sudore

Tu sei cavallo senza briglie

in corsa su libere rive di mare

e il tuo zoccolo sfiora

la bianca spuma della risacca.

Ti guardo e più mi pesano

fatica e obbedienza: Altro

è il sudore che sulla tua criniera

un vento felice asciuga.

***

Chiamati a vivere

Dura è la vita

e ognuno ha il suo destino.

Ma non possiamo dirci

pentiti d’esser nati,

poiché non siamo stati

noi a voler nascere

ma messi al mondo,

chiamati a vivere.

***

Crocevia del futuro

Dopo troppe notti senza luna

l’alba stenta a farsi luce.

Non è ancora giorno

quando, graffiando la nebbia,

le gru riprendono a roteare e intorno

crescono piloni, tralicci, antenne.

Assediata da tutti i lati,

la collina si sgretola.

Nuovi mostri violentano

la placida innocenza della campagna:

tenere groppe cedono

all’assalto delle benne.

Al crocevia sfrecciano veloci i motori,

percorrono viadotti audaci, attraversano

tunnel lunghissimi, vanno

verso un tempo smemorato.