Willem M. Roggeman è nato nel 1935 a Bruxelles, dove vive. Giornalista e promore culturale, ha collaborato con numerose testate di critica letteraria e di critica d’arte. È vissuto ad Amsterdam dal 1981 al 1994, lavorando come direttore del Centro Culturale della Comunità Fiamminga. Ha dato alle stampe tre romanzi e una trentina di raccolte poetiche, molte delle quali tradotte in diverse lingue. In Italia la diffusione della sua opera la si deve a Giovanni Nadiani, germanista, poeta e traduttore, che ha curato le seguenti raccolte: L’invenzione della tenerezza (Mobydick, 1995); L’utile della poesia (Mobydick, 2004); Appunti per una poetica del tempo. Poesie 1974-2014 (CartaCanta editore, 2015). Come ci ricorda lo stesso Nadiani nell’introduzione a un’antologia poetica dello scrittore belga, «nell’opera di Roggeman sembra predominare un ironico corpo a corpo con la realtà […], dove è la parola a custodire, in un anarchico, surreale movimento di rivolta, la stupenda fragilità dell’umano». Questo volume, che raccoglie una selezione di poesie scritte tra il 2016 e il 2018, ha nel titolo un riferimento al contesto poetico in lingua neerlandese, caratterizzato, nella seconda metà del Novecento, da grandi movimenti d’avanguardia, tra cui il post modernismo degli anni ’80 e ’90, tramontati nel ventunesimo secolo per lasciare spazio a voci singole, estranee a ogni proposito di rinnovamento.