Il penultimo libro pubblicato in questo 2018 dalla nostra Arcolaio è un libro esile – una plaquette – che sorprende per la sua bellezza espressiva. Si tratta di “Via crucis“, una breve raccolta di frammenti di Francesco Scarabicchi che sarebbe dovuta uscire nell’ormai lontano 1992, ma che, per ragioni editoriali, (la chiusura della casa editrice di allora) rimase nei cassetti dell’autore marchigiano. Il progetto, tra le altre cose, era introdotto da una prefazione eccellente di Vincenzo Consolo. L’edizione Arcolaio è quindi la prima uscita in assoluto. Il volumetto si chiude con una prefazione di uno dei due curatori di collana, Diego Conticello. La lettura di queste poesie sarà per il lettore un bagno tanto breve, quanto intenso e sacrale: un vera occasione di assoluta esperienza poetica.
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Praefatio
Le vele, le vele, le guardavo
senza mai poter prendere
il mare per andarmene.
I
La condanna
Perenne eternità delle parole
da cui non è concesso mai più uscire:
Ė questa la condanna
che da quel giorno pesa,
non le voci perdute del sinedrio,
Pilato, il crucifige.
La madre
Dov’era il suo respiro
durante la salita?
Perché non l’ho sentito
seguirmi, nominarmi?
La veronica
Di lei non conoscevo neanche il nome
quando si avvicinò. Chi sa chi era
colei che mi veniva incontro muta
nella pietà del gesto
e con in mano un panno?
La crocifissione
Sul Golgota si compiono i miei anni. Sul legno.
Quante volte ho pensato
a ciò che non ha scritto Levi l’esattore,
al me muto che vive il suo morire
e sente, del mondo, il farsi nulla.
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