Ecco il ritorno della collana “Quaderni & Immagini“.
Ci pensa Massimo Repetti con il suo “Quasi haiku“, un progetto aggraziato di poesia flebile, breve come i famosi componimenti di marca giapponese. Anche se un po’ irrispettosi, rispetto alla forma canonica, i componimenti del nostro autore lasciano in bocca un gusto dolce e suggestivo. Repetti spiegherà in una nota che ripetiamo qui sotto gli elementi di discordanza dei suo testi da quelli giapponesi.
Seguiranno poi alcuni esempi che potranno fornire al lettore motivi di chiarimento.
Buona lettura!
“Quasi Haiku perché si discostano dalla struttura giapponese tradizionale, in uso dal XVII secolo e ancora praticata ai giorni nostri, prevalentemente per due aspetti:
- La presenza di un titolo
- Il mancato rispetto della stesura in 17 sillabe, pur mantenendo la struttura entro tre brevi versi.
Degli Haiku rimane il racchiudere sempre, come nella loro veste originale, un aspetto legato alla natura, alle stagioni, e, nel contempo, un aspetto legato ad una emozione, ad uno stato d’animo“.
Testi:
Diapason
Cielo calmo, pioggia leggera.
Ogni foglia tintinna note diverse,
colte prima che sia fango.
Ammirazione
Cavaliere senza terra.
Vincente, minuscolo Don Chisciotte.
È il papavero nato nell’asfalto.
La mia vita
Lungo il fiume,
serenamente,
vado incontro ad un vecchio.
Controluce
Al nòn, piantè in tal prè
A caver radéc,
al pariva na salzéra.
Spianata di Gerusalemme
Placenta esausta dell’umanità,
goditi quest’attimo
di sole[1].
[1] Terra Santa, ottobre 2012. In una visita, tranquilla e serena, dopo dei disordini, prima di un attentato.
Itaca
Irraggiungibile meta,
Moby Dick di terra,
mi affascini, all’orizzonte.
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