GIAN RUGGERO MANZONI RECENSISCE L’ULTIMO LIBRO DI

MAURIZIO BACCHILEGA, “TORNARE A PENSARE”

 

 

TORNARE A PENSARE di Maurizio Bacchilega, Edizioni L’arcolaio. Innegabilmente il tasso di distrazione dell’individuo ha raggiunto soglie davvero preoccupanti. L’alienazione della società, a mezzo comunicazione martellante, aumenta imperterrita, mentre la gente sembra non accorgersene. Poiché le informazioni viaggiano velocemente, tutta la nostra vita deve accelerare ed ecco dunque i giornali con articoli semplici e brevi, gli annunci pubblicitari imperanti, il crollo delle vendite dei libri e la concentrazione di mille funzionalità all’interno di uno smartphone. La poesia, assieme alla musica, è la forma d’arte probabilmente più elevata che l’uomo abbia mai creato. È quell’espressione artistica per cui forma e contenuto viaggiano all’unisono, dando vita a una sinfonia esaltante tra il mezzo – le parole e i versi – e il messaggio. Ma la poesia richiede tempo, lavoro, riflessione, meditazione, disposizione nei confronti anche di un trascendente, mentre la comunicazione di massa, ovvero la rivoluzione tecnologica in atto, velocizza oltre che le relazioni anche il modo di affrontare la pagina, surclassando la scrittura e la lettura, che, a suo tempo, segnarono, non poco, il nostro essere uomini. Se con la parola scritta si è passati da un obbligo di relazione orale ristretta nel tempo a una comunicazione longeva, e per questo a una dilatazione spazio-temporale, oggi siamo giunti a una contrazione impressionante della dimensione spazio-tempo, per cui non importa dove ci troviamo, ci basta un click per avere le stesse identiche notizie e informazioni qualora fossimo all’estremità opposta del pianeta. Da ciò non deriva, solamente, un desolante imbarbarimento della società, che più non sa cogliere la musicalità e la profondità del suono, quindi della parola, perciò del verso, e, di seguito, della poesia, ma si crea anche un ulteriore blocco emotivo nei pochi lettori rimasti. Ed ecco che la comunicazione di massa globalizzante e globalizzatrice lascia sul campo un altro “avversario” illustre, in una sorta di progetto che mira alla trasfor-mazione totale dell’umanità attraverso l’eliminazione di quei punti cardine che hanno elevato la nostra cultura fino a oggi, e a ciò Bacchilega si ribella, e risponde, ridandoci fiato, ossigeno, occasione, apertura, tramite le sue composizioni editate dall’amico Gianfranco Fabbri.

GIAN RUGGERO MANZONI